Les fleurs et les raisins. Trasversali allegagioni d’arte. BUFALO E SUPER WINES.

Di Alberto Gross
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Appuntamento tra i più attesi per gli amanti del vino in cerca dei suoi interpreti più virtuosi, si è confermato anche quest'anno "Bologna Super Wines", manifestazione promossa da Go Wine, associazione per il turismo del vino. Nelle sale del "Relais Bellaria" di Bologna un pubblico di appassionati e professionisti del settore ha potuto incontrare direttamente produttori provenienti da tutto il territorio nazionale e scoprire i segreti di quei vini unici, espressione di una regione, a volte identitari di luoghi piccolissimi e sconosciuti ai più. Proprio questo -infatti- si dimostra essere lo scopo di Go Wine: avvicinare ed incuriosire un pubblico di consumatori che vada poi a conoscere in loco i terreni, le vigne, le persone che sono dietro ai grandi vini italiani. A conferma di ciò la presentazione - come corollario alla degustazione - del volume "Cantine d'Italia 2023", preziosa guida che accompagna l'enoturista attraverso le storie dei territori e delle persone che se ne prendono cura per consegnarci prodotti dalle peculiarità uniche, espressione diretta dei luoghi di provenienza.
Tra i tanti assaggi eccellenti e pregevoli, nuove scoperte, ne scegliamo uno sulla base sia del capriccio che della sincera amabilità della degustazione: azienda Nero del Bufalo, piccola realtà vitivinicola a Sant'Agata sul Santerno in provincia di Ravenna, comune duramente funestato a seguito dei recenti accadimenti alluvionali.
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Condotta e guidata dall'istrionico e sempre cordiale viticoltore Giuseppe Turi, l'azienda produce sia uve autoctone identitarie del territorio romagnolo, che uve internazionali.
Il nostro assaggio si è diretto sulle "Bolle del Bufalo", uno Charmat Extra Dry a base di Trebbiano e Chardonnay: brillante nel bicchiere, i primi sentori sono tenui, delicati effluvi di fiori d'acacia e gelsomino; il sorso è brioso e allegro, un accenno di residuo zuccherino lascia il palato profumato di pera e pesca a polpa bianca, certamente goloso e curioso del calice successivo. Un vino affabile, amichevole e gioviale, che restituisce genuinamente la personalità di chi lo ha prodotto.
Questa volta, come non mai, le suggestioni sono quasi automatiche: sul piatto del giradischi scorre "Bufalo Bill" di De Gregori, tra le mani la copertina storica con un particolare dall'illu- strazione di Gil Elvgren, a scartare di lato "American Riding Act" di Otto Dix. Dinamicità, storia, amore e passione.
E abbassate la luce.